La formazione della biblioteca Alberoni si inserisce in un momento storico in cui papi e cardinali avevano iniziato a creare grandi concentrazioni librarie come strumento di supporto agli studi.
Nel 1609 il cardinale Federico Borromeo inaugurava l’Ambrosiana di Milano. Seguivano altre biblioteche importanti, come l’Angelica, l’Alessandrina, la Casanatense a Roma.
Proprio negli anni dell’apertura dell’Alberoni si collocano la Palatina di Parma e la Braidense di Milano.
La biblioteca
Alberoni volle collocare la Biblioteca del Collegio al primo piano, nel corridoio occidentale, vicino a due ambienti importanti: la sala per le funzioni pubbliche, attualmente sala di ricreazione dei missionari, e la Cappella degli Ordinandi, successivamente incorporata nella Biblioteca con il nome di sala Pio XI.
Ad un primo nucleo di libri mandati da Ravenna sul finire del 1739, si aggiunsero i quasi duemila volumi provenienti dalla libreria del cardinale Giacomo Lanfredini Amadori, che l’Alberoni acquistò nel 1742 per il Collegio. Nel tempo seguirono molti altri acquisti e donazioni, fino a raggiungere oggi un totale di 1000 volumi, soprattutto di filosofia e teologia.
Di grande importanza è anche il settore scientifico, nel quale il Collegio è stato sempre all’avanguardia. Si trovano nella biblioteca le ricerche di Spallanzani, Bernoulli, Volta e gli Atti delle maggiori Accademie scientifiche del tempo.
E’ presente una copia della Istoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari e loro accidenti di Galileo Galilei.
Sono conservati numerosi incunaboli e cinquecentine. Tra i primi il più antico è la Historia romana di Eutropio.
Vanno ricordati i volumi della Bibbia poliglotta stampati ad Anversa nella celebre stamperia Plantin, i dieci volumi delle Opere di San Girolamo nell’edizione basileense di Froben.
Vi sono poi gli Atti e decreti del Concilio di Trento.
La biblioteca possiede molte preziose collezioni di atlanti, di opere di carattere scientifico, artistico e storico oltre che bibliografico.
Da ricordare, inoltre, il celebre Erbario, uno dei cimeli più importanti del Collegio Alberoni soprattutto per la valenza storico-scientifica del suo contenuto.