I Pallavicino furono una delle maggiori e più antiche casate feudali dell’Italia Settentrionale, e uno dei rami più fiorenti (insieme ai Malaspina e agli Estensi) dell’antichissima stirpe obertenga.
Ebbero potere nell’area tra Cremona, Parma e Piacenza, in cui costituirono uno Stato (detto appunto Stato Pallavicino comprendente Busseto, Zibello, Cortemaggiore ecc.), che godette di indipendenza fino a che fu sottomesso dai Farnese di Parma e Piacenza.
La Casata di Cortemaggiore
Il capostipite fu Giovan Lodovico, figlio di Rolando il Magnifico. Ebbe l’importante marchesato di Cortemaggiore con parte di Busseto, cui il figlio Rolando II detto il Gobbo aggiunse Fiorenzuola d’Arda. Nel 1479, con l’importante contributo di Maffeo del Carretto da Como, architetto del Duca di Milano, progettò e costruì ex novo la nuova capitale dello Stato. Cortemaggiore, ancora oggi, rimane uno dei pochi esempi di città edificata secondo i principi della “città ideale” dettati da Leon Battista Alberti.
Le vicende
La discendenza dei Pallavicino di Cortemaggiore si estinse già nel XVI secolo. Sforza Pallavicino fu l’ultimo marchese dell’intero Stato Pallavicino, comprendente oltre Cortemaggiore anche Busseto, ereditato alla morte senza eredi maschi dal cugino marchese di Busseto. Sforza, non avendo anch’egli figli maschi, adottò come erede il congiunto Alessandro Pallavicino di Zibello. Costui diede origine a una lunga lite con i Farnese che si impossessarono alla morte di Sforza nel 1585 dell’intero Stato Pallavicino “manu militari”. Della lunga storia di buon governo cui fu ispirato il marchesato dello Stato di Cortemaggiore, dalle “Additiones seu Reformationes” applicate da Rolando II nel 1495 agli antichi Statuta Pallavicinia dettati dal nonno Rolando il Magnifico, rimase, fino all’epoca napoleonica, il Corpo Comunitativo della città, un vero e proprio consiglio comunale ante litteram.
Palazzo Pallavicino
Il Palazzo di residenza dei Pallavicino, edificato da Rolando II, rappresenta in Cortemaggiore il più notevole esempio di architettura del Rinascimento. Risale probabilmente all’ultimo decennio del Quattrocento.
Il Palazzo di Cortemaggiore esternamente ha l’aspetto d’una fortezza, con una cortina di mura ed un fossato collegato al circuito della città. Due torri che guardano verso la campagna ed un possente rivellino a proteggere l’ingresso al ponte levatoio. Si compone di un lungo corpo principale (piano terreno e primo piano) orientato da settentrione a mezzogiorno e di due appendici interne volte a levante; una serie di ampi saloni, oggi adibiti in parte ad abitazione, in parte a magazzini, gira lungo il perimetro dell’edificio: verso il cortile, lungo i lati che guardano a levante e a settentrione, corrono superbi loggiati a due piani.