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MONUMENTO A GIAN DOMENICO ROMAGNOSI

Opere, Monumenti, Piazze e Palazzi
Romagnosi, Piacenza, ph. Archivio Comune di Piacenza

Una delle statue più interessanti all’interno del centro storico di Piacenza è quella dedicata al giurista Gian Domenico Romagnosi, posta in piazzetta S. Francesco.

Romagnosi nacque a Salsomaggiore l’11 Dicembre del 1761 in una ricca famiglia. Studiò in raffinati ambienti culturali quali il Collegio Alberoni di S. Lazzaro e in seguito ottenne una laurea in giurisprudenza a pieni voti presso l’Università di Parma.
Uno degli intellettuali italiani più importanti del XIX secolo, viene ricordato in particolare per la larghezza di vedute e per la sua visione futuristica del diritto. Romagnosi morì l’8 giugno 1835 a Milano.

Il monumento

Si hanno notizie in merito a una statua dedicata all’illustre personaggio a partire dal 1865, quando in consiglio comunale a Piacenza arrivò la notizia dell’esistenza di un bozzetto per un monumento al piacentino Giandomenico Romagnosi.
A quel tempo il territorio di Salsomaggiore apparteneva a Piacenza. Proveniva dalla stessa località anche Cristoforo Marzaroli, autore del bozzetto e in seguito della scultura.
Fu istituita una commissione incaricata di esaminare il progetto per un’eventuale disposizione della statua in piazzetta S. Francesco, nelle prossimità di Piazza dei Cavalli. Alla fine il Comune approvò la realizzazione e la collocazione del monumento celebrativo.

La decisione di posizionare la statua del filosofo piacentino, sempre dichiaratosi favorevole alla causa liberale e risorgimentale, con le spalle rivolte alla chiesa di San Francesco diede molto fastidio al Clero piacentino. La tradizione narra che la Chiesa considerò questo monumento un’opera sacrilega e fece erigere l’altrettanto famosa colonna in piazza Duomo, con al vertice la statua dell’Immacolata, come reazione a tale affronto.

La cronaca recente

Dalla data di disposizione del monumento si susseguirono diversi tentativi di trasferire altrove l’effigie di Romagnosi.
La questione tornò alla ribalta nel 1958, quando iniziarono i lavori di costruzione dei palazzi del terzo lotto in Piazza Cavalli. Per esigenze di cantiere, rimossero la statua e la trasferirono presso la scuola Alberoni, dove rimase dimenticata per anni.
Un articolo della Libertà di allora diceva: “[…] La veneranda statua, con tutta l’attenzione dovuta al suo rispettabile peso [ben 60 quintali], è stata caricata su un carro al cui traino sono stati agganciati due cavalli, il che conferisce alla manovra l’apparenza di un funerale […]”.
Solo nella primavera del 1965 la Famiglia Piasinteina sollevò la questione, insistendo sul fatto che il Comune dovesse prendere una decisione circa la sistemazione della statua.
Nacque un’accesa discussione tra esperti, storici e opinionisti che durò per mesi. Infine, l’11 settembre 1965 il giornale Libertà scriveva: “Il monumento a Romagnosi tornerà in piazza Cavalli”.
I lavori di ricollocamento iniziarono nel marzo del 1966 e la statua tornò definitivamente nella sua sede originaria, con buona pace dei pareri discordi.

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