Il Palazzo Farnese è uno dei più importanti monumenti di Piacenza e ospita i Musei Civici della città nonché l’Archivio di Stato.
I Musei Civici sono suddivisi nelle seguenti sezioni:
- Affreschi Medievali
- Archeologico
- Armi
- Fasti Farnesiani
- Pinacoteca
- Risorgimento
- Sculture
- Vetri e Ceramiche
- Museo delle Carrozze
Due sono le opere prestigiose presenti nelle collezioni civiche: il celebre Fegato Etrusco, rara testimonianza di pratiche religiose legate alla divinazione, e la Madonna adorante il Bambino con San Giovannino (1475-1480 circa) di Alessandro Filipepi detto anche “Tondo del Botticelli”.
Le collezioni
La Pinacoteca
La prima idea di collocare all’interno della vasta mole di Palazzo Farnese le raccolte museali di proprietà comunale, risale al 1909 e fu di Dionigi Barattieri.
Il progetto venne rilanciato nel 1926 e completato nel 1965 con l’istituzione dell’Ente per il restauro del complesso farnesiano. Ma solo nel 1988 viene inaugurata la prima sezione aperta al pubblico del Museo Civico, per arrivare, nell’autunno 1997, ad un recupero pressoché totale degli spazi e delle opere con l’inaugurazione della pinacoteca.
Museo Civico
Vi sono sistemate le raccolte di maioliche e vetri, gli affreschi del Tre- quattrocento provenienti da varie chiese; preziose sculture del XII e XIII sec. Sono esposti inoltre circa 400 pezzi della collezione di armi antiche, il ciclo di tele su Alessandro Farnese (di G. E. Draghi) e su Papa Paolo III Farnese (S. Ricci), il Fegato divinatorio etrusco (II sec. a.C.)
Pinacoteca
Collocata al primo piano del Palazzo, vi trovano adeguato rilievo i Fasti Farnesiani, dipinti celebrativi della dinastia di Ilario Spolverini. Il pezzo forte è costituito dal tondo di Botticelli “Madonna adorante il Bambino con San Giovannino” (1483-87).
Collezione Rizzi Vaccari
Collezione privata donata ai musei civici di Palazzo Farnese, che va ad arricchire la già prestigiosa offerta del museo.
Mariapia e Augusto Rizzi donano alla collettività una preziosa raccolta di diciassette dipinti e tre sculture prevalentemente del tardogotico toscano, appartenuta ai propri genitori, Paola Vaccari e Luigi Rizzi.
La collezione è stata formata fra gli anni ’50 e ’60 e raccoglie opere d’arte del Tre e del Quattrocento, fino ad inizio Cinquecento.
Museo delle Carrozze
Nei locali sotterranei di Palazzo Farnese è riunita ed esposta al pubblico la prestigiosa collezione delle carrozze, donata al Comune di Piacenza nel 1948 dal conte Silvestro Brondelli di Brondello, erede del conte Dionigi Barattieri, che tale collezione formò nei primi tre decenni del secolo.
Per la qualità dei pezzi raccolti e per il generale buono stato di conservazione dei medesimi – che, nel corso degli anni, non hanno subito integrazioni, se non con pezzi originali. Il Museo delle Carrozze è conosciuto e apprezzato non solo in Italia, ma presso gli appassionati e gli studiosi di tutta Europa.
Della collezione Barattieri fanno parte quattro Berline da viaggio del XIX secolo e due lussuose Berline di gala del XVIII secolo. Di queste ultime la grande Berlina di gala del 1750 circa, è il pezzo più antico dell’intera collezione, un esemplare di eccezionale valore storico, marchiata sulle balestre posteriori F.Loyer-Turin. Anche l’assai diffuso Landau è presente al Museo, con due pezzi, rispettivamente marchiati Ferretti-Roma (1880-90) e Cesare Sala-Milano (1890). Particolarmente raro è l’Hansom-Cab (1875-80), modello di vettura esclusivamente di costruzione inglese, raro perché nelle collezioni italiane, attualmente, se ne contano meno di una decina.
Altre vetture presenti: una Brougham-Clarence (1880-90), una Calèche (1828-30), una Vittoria (1869), una Vis-à-Vis (1860-80), una Stanhope-Gig (1870-80), una Dog-Cart (1880-90), una Brake (1870-80), un Sulky di fine Settecento, uno Spyder (1840-60), una Mail-Phaeton (1901). Nel Museo sono inoltre esposti alcuni carri speciali (da pompiere, da onoranze funebri, un carro-scala).
Museo Archeologico
Dal giugno 2021 il Museo Archeologico di Piacenza si è arricchito della sezione romana.
Le prime sale, al pian terreno dell’antica Cittadella Viscontea raccontano la storia di donatori e collezionisti che hanno partecipato alla realizzazione dell’attuale museo. Il museo accoglie inoltre la parte più longeva della raccolta con le sezioni dedicate alla preistoria e alla protostoria.
La parte più recente del museo è invece accolta negli scenografici sotterranei del Palazzo. 15 sale raggruppano per temi reperti e raccontano la storia di Piacenza partendo dalle culture pre- romane. Dopo un inquadramento cronologico, alcune informazioni sul metodo dei ricerca archeologica si arriva al primo gioiello della collezione: Il fegato etrusco, al quale è dedicata un’intera sala.
L’esposizione prosegue sul tema della forma urbis, delle strade, dei commerci per poi interrompersi e lasciare spazio all’attraversamento del corridoio che porta alla grande sala dedicata alle pavimentazioni. Si prosegue con altre tematiche: l’edilizia residenziale e la vita quotidiana; i culti e gli edifici religiosi; i monumenti funerari e le necropoli; la fine del mondo romano e il passaggio all’alto-medioevo.
Museo delle ceramiche
Il 30 novembre 2019, a Palazzo Farnese, si inaugura la nuova collezione di ceramiche e vetri di pregevole qualità, materiali inediti provenienti da donazioni di collezionisti provati.
La collezione di vetri: è costituita in prevalenza dalla donazione del piacentino Pietro Agnelli (1885) che ebbe modo di reperire molti oggetti prodotti dalle vetrerie veneziane durante la sua carica come presidente della Corte d’Appello nella città lagunare. La collezione presenta numerosi esemplari che mostrano la storia e le varie tecniche della lavorazione del vetro di Murano dal XVI al XVIII secolo, momento di massimo splendore della produzione muranese.
Le ceramiche a Palazzo Farnese: raccoglie maioliche e porcellane realizzate da manifatture italiane ed estere tra il XVI e il XIX secolo.
Museo del Risorgimento
Collocato nell’ammezzato dell’ala sud di Palazzo Farnese, il Museo del Risorgimento venne inaugurato nel 1988. Il nucleo centrale della raccolta rimanda alla collezione dei cimeli appartenuti fin dall’inizio secolo al conte Dionigi Barattieri. Si deve però all’impulso del conte Giuseppe Salvatore Manfredi, nipote del patriota Giuseppe Manfredi, se, dal 1937, si poté dare pubblica visione dei materiali, che, dopo vari passaggi, approdarono in queste sale.
I pezzi visibili al pubblico riguardano principalmente due periodi fondamentali per le vicende italiane: il 1848-49 e il 1859-61 con particolare riferimento a Mazzini e a Garibaldi. Si tratta di pubblicistica, armi, documenti, divise e oggetti di varia natura.
Di grande interesse è il decreto del generale Junot, del 12 febbraio 1806, che riferisce della dura repressione voluta da Napoleone contro i giovani renitenti ad arruolarsi per il governo francese. Importanti sono i documenti relativi alla tempestiva adesione plebiscitaria di Piacenza al Regno Sardo, nel 1848, atto che valse alla città l’appellativo di “Primogenita” da parte del Re Carlo Alberto.