La Chiesa dell’Annunziata e l’attiguo monastero di San Francesco si trovano a Cortemaggiore.
Entrambi gli edifici religiosi risalgono alla fine del XV secolo. La costruzione venne iniziata nel 1487 e il grande complesso venne consacrato nel 1499. Già nel 1492 ospitava, però, venti frati minori provenienti da Reggio Emilia.
La Chiesa dell’Annunziata
La chiesa a pianta basilicale, di stile gotico rinascimentale, ha a tre navate.
All’interno si erge magnifica la Cappella dei Pallavicino, dove erano collocati i mausolei dei Pallavicino, trasferiti in Collegiata nel 1812, dopo la soppressione napoleonica degli ordini monastici.
Gli affreschi di Pordenone
Il maggior artista del Rinascimento friulano, Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone, ha lasciato diverse testimonianze della sua arte nel territorio piacentino. Una di queste è la Cappella Pallavicino, che si trova all’interno della Chiesa dell’Annunziata a Cortemaggiore. Dedicata all’Immacolata Concezione, questa cappella rappresenta il vero tesoro custodito all’interno della chiesa francescana, detta anche “Chiesa dei frati”.
Il piccolo spazio custodisce un ciclo di affreschi che ben illustra lo stile tipico del Pordenone. Attraverso una perfetta sintesi tra la sua formazione veneta, i modelli nordici e gli influssi romani, il pittore friulano ha realizzato un vero e proprio capolavoro illusionistico sulle pareti della chiesa. Tale opera viene oggi collocata dagli studiosi negli anni 1529-1530.
L’occasione per la committenza al Pordenone di questa impresa decorativa si presentò nel 1527, quando venne a mancare Gian Ludovico II Pallavicino, signore di Cortemaggiore.
La famiglia, infatti, decise di incaricare un artista di fama consolidata come il Pordenone, già celebre in area padana per gli affreschi realizzati nel Duomo di Cremona, per la nuova decorazione della cappella di famiglia in onore del congiunto defunto.
De Sacchis affrescò ogni spazio di muro disponibile della piccola cappella ottagonale. Inoltre, dipinse anche la pala d’altare. Purtroppo il dipinto originale è oggi conservato presso la Collezione Farnese del Museo di Capodimonte a Napoli, mentre in loco si trova una copia di epoca barocca. L’intero progetto decorativo esalta il tema dell’Immacolata Concezione, molto caro alla regola francescana.
L’eccezionalità della Cappella Pallavicino consiste nell’abilità con cui il Pordenone ha creato una sintesi tra lo spazio reale e quello dipinto. Infatti, la maggior parte degli elementi architettonici visibili sui muri della cappella sono affrescati. Le uniche strutture reali sono l’altare e la cornice in stucco con teste d’angelo alate.
Il monastero di San Francesco
Il monastero è coevo alla chiesa e consiste in una costruzione a due piani organizzata intorno ad un cortile centrale porticato.
Dopo la soppressione del convento nel 1805, l’edificio fu affittato ad un privato insieme alla chiesa (riaperta al culto nel 1866) e subì gravi danni a causa di un incendio.
Nel 1870 vi si ristabilì una comunità di frati che intraprese lavori di restauro.
Per anni il convento ha ospitato una comunità di Padri Sacramentini, la scuola materna statale e la biblioteca comunale.