Numerosi sono le rocche e i castelli nel territorio piacentino. Alcuni di questi sono di proprietà privata e non visitabili, altri sono divenuti sede di uffici pubblici, altri ancora, fanno parte del circuito dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli e hanno aperto le loro porte al pubblico per visite guidate, feste o banchetti e manifestazioni.
I castelli del territorio piacentino che hanno aderito al circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza sono:
Rocca e Castello di Agazzano
Il complesso del Castello di Agazzano è composto da due strutture e un ampio giardino-parco a terrazza che si affaccia sulla val Luretta.
La Rocca rappresenta una felice sintesi tra l’architettura difensiva medioevale e l’eleganza della dimora signorile rinascimentale.
Il Castello di Agazzano, divenuto alla fine del 1700 residenza estiva della famiglia è arredato con mobili d’epoca: si possono ammirare splendidi affreschi e preziose suppellettili.
Castello Malaspina Dal Verme di Bobbio
E’ una struttura fortificata costituita da più corpi di fabbrica racchiusi entro la cinta muraria interna in pietra.
Al fortilizio si accede da due ingressi, entrambi posti a nord.
Dall’atrio di ingresso si accede alla “Sala delle Marine” e ad un salone dotato di un grande camino in pietra sormontato dalle armi della famiglia Dal Verme.
Sulla parete lungo la scala che conduce ai piani superiori, vi è un affresco staccato, riferibile al XVI secolo, raffigurante una Madonna con Bambino.
Il Castello è un bene di proprietà dello Stato in gestione diretta alla Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Parma e Piacenza.
Rocca Viscontea di Castell’Arquato
La Rocca ancora oggi domina, con le sue torri, il borgo e la Val d’Arda.
L’edificio, tutto in laterizio, comprende due parti collegate tra loro.
Sovrasta l’intero complesso il mastio, un tempo isolato, e perno della difesa urbana e del sistema di sorveglianza dell’intera vallata.
Castello di Gropparello
Il castello è immerso nella verdissima Val Vezzeno, sopra uno sperone di serpentino verde, a picco sul torrente.
A pianta irregolare, magnifico esempio dell’arte della fortificazione.
Nel bosco circostante è aperto il “Parco delle Fiabe” per bambini ed il Museo della Rosa Nascente.
Rocca d’Olgisio
La Rocca è incastonata nella roccia, a presidio delle valli dei torrenti Tidone e Chiarone, è una delle più antiche e suggestive rocche piacentine, cinta da ben sei ordini di mura.
Fondata attorno all’anno Mille.
Il mastio articolato in vari locali intercomunicanti che terminano con un piccolo loggiato cinquecentesco.
Castello di Paderna
E’ un elegante fortilizio, con ampia corte agricola che conserva la Chiesa di Santa Maria, con pianta a croce greca.
Un fossato ancora traboccante d’acqua riporta indietro nei secoli.
Oggi, residenza padronale, è azienda agricola biologica, orto-giardino con antiche varietà, fattoria didattica e sede di importanti manifestazioni legate alla coltivazione della terra.
Castello di San Pietro in Cerro
E’ una mirabile struttura quattrocentesca interamente visitabile.
Ospita nei suggestivi ambienti del sottotetto il MIM, Museum in Motion, collezione di oltre mille opere di maestri contemporanei, italiani e stranieri, esposta a rotazione.
Nei sotterranei è possibile ammirare l’allestimento permanente dei guerrieri di terracotta dell’esercito di Xi’an.
Dal 2016 è possibile sposarsi con rito civile (e valore legale) al Castello di san Pietro in Cerro.
Dal 2017 è aperto nel maniero il Museo delle Armi con oltre cinquecento pezzi unici di antiquariato provenienti da tutto il mondo.
Palazzo Farnese (a Piacenza)
Ospita dal 1983 i Musei Civici, l’Archivio di Stato e alcuni uffici comunali, oltre ad uno spazio mostre per esposizioni temporanee e ad una sala convegni, ricavata negli spazi di quella che un tempo fu la Cappella Ducale, realizzata intorno al 1597-1601, sotto il ducato di Ranuccio I.
Il percorso museale, che si sviluppa sui diversi piani del palazzo, offre al visitatore la possibilità di ammirare i diversi ambienti della mole farnesiana: l’appartamento del duca, con le splendide decorazioni a stucco; l’appartamento della duchessa, con i soffitti affrescati con quadrature prospettiche; i sotterranei dove si trova la collezione delle carrozze e i sotterranei della Cittadella, dove è conservato il Fegato etrusco, modello in bronzo di fegato di pecora, unica testimonianza diretta di pratiche religiose etrusche.
Il complesso architettonico comprende il cinquecentesco palazzo ducale, incompiuto, e la cittadella eretta dai Visconti alla fine del Trecento.
Castello di Rivalta
E’ una sontuosa residenza signorile, circondata da un magnifico parco, e annovera tra gli ospiti abituali i componenti della famiglia reale d’Inghilterra e si preannuncia con il profilo inconfondibile ed unico di uno svettante “torresino”. Interamente arredato, ospita il nuovo Museo del Costume Militare. E’ abitato dai Conti Zanardi-Landi.
Borgo di Vigoleno
Il Borgo di Vigoleno si impone per l’integrità del sistema difensivo, esempio perfetto della logica abitativa del medioevo.
Imponenti le mura merlate, percorse in parte da un panoramico camminamento di ronda: spicca la mole del mastio con quattro piani di visita. In piazza potete ammirare la fontana cinquecentesca e nel borgo la Chiesa romanica di San Giorgio. Il Castello è ora sede di una struttura ricettiva.
Castello Malaspina di Gambaro (Gambaro di Ferriere)
Fu eretto da Ghisello figlio del marchese Pietro, cui era toccata questa porzione del patrimonio di famiglia. Nel 1520 proprio in questo castello Ghisello, fu assassinato dai suoi congiunti. Successivamente passò ai Malaspina.
Nel 1624 fu preso dalla Camera Ducale. Passò poi di mano in mano.
Nella seconda metà degli anni Sessanta del secolo scorso il castello era inabitabile stante la precarietà delle strutture.
Nel 1996, con il passaggio ad un nuovo proprietario furono avviati interventi di restauro sulla parte Nord (la meglio conservata) poi nel 1998 i rilievi hanno consentito la ricostruzione di due volte e di solai piano interrato e primo piano.
I lavori furono poi interrotti e la situazione presto fu di nuovo al degrado.
Nel 2007 la famiglia Alberoni acquista la proprietà in uno stato generale molto compromesso e sotto la regia della Sovrintendenza ai beni architettonici, procede ad un restauro complessivo terminato nel 2013.