L’escursione permette di visitare la valle del torrente Chiarone, Rocca d’Olgisio e le grotte.
Il paesaggio e la rocca
La valle del Chiarone offre un paesaggio dal contesto geologicamente unico. Ha costoni affilati di arenaria che, immagazzinando il calore del sole, consentono la crescita del fico d’india nano, una specie vegetale rara a queste latitudini.
Rocca d’Olgisio, uno dei castelli più belli della provincia di Piacenza, conserva al di sotto della sua struttura numerose grotte naturali, nelle quali la presenza di antichi abitanti è rilevata da incisioni, graffiti, scalpellature, altari. Le più importanti sono La Grotta delle Sante Sorelle Liberata e Faustina e la Grotta della Goccia (o del Cipresso).
Il percorso
Dal parcheggio si torna all’inizio del ponte, dove si trova il cartello bianco-rosso che segnala il sentiero CAI 209. Si scende sul greto del torrente, si costeggia una parete argillosa a calanco, quindi si sale nel bosco.
A poco meno di tre quarti d’ora dalla partenza, si esce allo scoperto all’altezza di un roccione che si affaccia sulla radura in mezzo alla quale sorge Casa Cisello.
Camminando su rocce affioranti, si raggiunge il tratto più difficoltoso dell’intera camminata: una breve cresta di areanaria su cui occorre camminare mantenendosi in equilibrio senza l’ausilio di appigli o protezioni.
Dopo aver ammirato un vastissimo panorama verso Pianello, si raggiunge Rocca d’Olgisio.
Restando fuori dalla cinta muraria del castello si può ammirare la grotta delle sante Liberata e Faustina, luogo di preghiera delle Sante Sorelle, con una gradinata fiancheggiata da vani naturali da una parte e sedili scolpiti nell’arenaria dall’altra.
Costeggiate le mura del castello si arriva alla Grotta della Goccia, per la goccia d’acqua che tutt’oggi cade con regolarità in una vasca scolpita nella pietra.
Scendendo lungo il lato meridionale della valle, si cammina ancora sulla roccia viva e poi si entra in un bosco di querce e castagni fino a raggiungere uno sperone roccioso.
Vale la pena fermarsi qualche minuto per ammirare il panorama.
Risalendo lungo il sentiero CAI 211, si arriva alla cima del Monte San Martino, la cui vetta è costituita da due grandi massi aguzzi separati da uno stretto passaggio nel quale si insinua il sentiero.
Si scende sul versante opposto, lungo il costone boscato verso il Chiarone per incontrare l’area interessata agli scavi archeologici di Piana San Martino.
Accanto a un grande blocco di arenaria, si oltrepassa la Grotta Nera, la cui volta annerita dal fumo sembra indicare un antico uso come abitazione o riparo.
Si raggiunge il piccolo oratorio dedicato alla Madonna di Lourdes. Si prosegue fino alla strada di fondovalle. Dopo un quarto d’ora circa sulla strada asfaltata, si arriva alla vettura.
Come arrivare
Da Pianello Val Tidone prendere la SP 60 seguire i cartelli “Piozzano-Mezzano-trattoria Chiarone”. Dopo 2 km, attraversare Case Grazioli. Dopo 500 mt girare a destra subito dopo il ponte sul torrente Chiarone. Ancora 1,3 km e, riattraversato il torrente, parcheggiare subito dopo il ponte nello slargo a sinistra prima del cartello stradale che segnala il centro abitato di Chiarone.
Periodo consigliato
Non con il gran caldo, date le quote modeste e solo con terreno asciutto (le rocce con la pioggia potrebbero essere scivolose e causare incidenti).
Difficoltà: EE (escursionisti esperti)