Bobbio e San Colombano sono due entità inscindibili. La storia del borgo è legata intrinsecamente all’arrivo del monaco e allo sviluppo del monastero da lui fondato.
Il Borgo
Situato sulla riva sinistra del fiume Trebbia, in una zona insediata fin dall’epoca preistorica, Bobbio è il più importante centro della valle. È stazione di villeggiatura connessa al turismo balneare del fiume, nonché stazione sciistica grazie alla vicinanza con il monte Penice.
La sua storia si identifica con quella dell’Abbazia di S. Colombano, fondata nel 614, che nell’Alto Medioevo divenne una delle principali sedi della cultura religiosa medioevale in Italia, con un famoso scriptorium ed una celebre biblioteca. In seguito alla proclamazione del Regno d’Italia, la località venne annessa a Pavia e solo dal 1923 rientrò nella provincia di Piacenza.
La zona di Bobbio era già abitata nell’Età della pietra e viene successivamente popolata da insediamenti liguri. Ai liguri subentrarono i Galli e poco dopo Bobbio entrò definitivamente nell’orbita Romana. Il nome della città deriva dal torrente che lambisce l’abitato da sud. Nel 614, il monaco irlandese Colombano giunge con i suoi discepoli a Bobbio il cui territorio gli è stato donato dal re longobardo Agilulfo. A Bobbio, Colombano trova solo una chiesetta semidiroccata, dedicata a S. Pietro, e la restaura. Egli ha più di settant’anni, è stanco e forse malato: muore il 23 novembre 615 e i suoi discepoli lo seppelliscono nella chiesetta di S. Pietro. A reggere la comunità conventuale si alterneranno in qualità di Abati vari monaci seguaci del Santo. Il convento si popola rapidamente: già nel 643 conta centocinquanta monaci. Attorno al convento sorgono le prime case abitate da civili.
Il potere politico dell’abbazia
L’Abbazia di Bobbio, con le sue scuole, la Biblioteca, lo Scriptorium, il Monastero e la sua organizzazione economica, diventa rapidamente anche una potenza politica. I possedimenti dell’Abbazia in età longobarda si estendono in tutta l’alta Italia. Nel giugno del 774, Carlo re dei Franchi, si impadronisce di Pavia e pone fine al Regno Longobardo. Pochi giorni dopo i monaci bobbiesi ricevono nuovi vasti beni in dono e vengono così tacitati dal nuovo signore. Bobbio apriva ai Franchi la strada verso la Liguria e verso l’Italia media. La soggezione arricchisce il Monastero di Bobbio, che diventa monastero imperiale e l’Abbazia è ormai un ricco feudo.
Nel 1014 l’Abate ottiene la dignità e la giurisdizione episcopale e nasce così la diocesi autonoma di Bobbio, che da borgo monastico sale al rango di città episcopale. Nei primi tempi vescovo e abate sono la stessa persona, poi le due cariche vengono affidate a persone diverse operando anche una divisione dei beni. Da questa decisione inizia la decadenza di Bobbio. Le lotte intestine tra abate e vescovo, aggiunte ai conflitti derivanti dai nuovi soggetti nascenti, i Comuni, porteranno rapidamente al declino la città. Oggi il complesso abbaziale ospita il Museo dell’Abbazia, raccolta di materiali archeologici e opere legate alla figura del Santo dal IV al XVIII, e il Museo della Città, percorso didattico introduttivo alla città ospitato nei locali dell’ex refettorio e lavamani.