Gioiello dell’architettura rinascimentale, capolavoro della piena maturità dell’architetto piacentino Alessio Tramello. Fu costruita tra il 1522 e il 1528 per poter più degnamente conservare l’immagine lignea policroma di una miracolosa “Madonna della Campagnola”.
La facciata, geometricamente nitida, prelude ad un interno invece ricchissimo di ornamenti pittorici, di tele e di decorazioni. Di eccezionale qualità è il ciclo di affreschi del pittore Giovanni Antonio Sacchi, detto il Pordenone, che ha lasciato qui alcune delle sue opere più significative (1529-31).
Accedendo sul lato sinistro si incontra il dipinto dedicato a S. Agostino, recentemente restaurato e a seguire le cappelle dei Magi e di Santa Caterina commissionate da nobili famiglie locali.
L’opera di maggior impatto, completata da Bernardino Gatti detto il Sojaro resta la cupola, culmine e punto di partenza fu il Dio Padre del lanternino, scendendo con lo sguardo si trovano poi i Profeti e le Sibille con i loro “terribili scurti” tratto identificativo dell’autore, l’attività di Pordenone si concluse con gli ovali e il fregio dove temi religiosi si alternano a soggetti pagani, utilizzando anche il monocromo come richiamo all’antichità.
A seguito di un “richiamo in patria” la commissione per i frati non fu portata a termine da Giovan Antonio Sacchi, bensì dal Sojaro, con gli apostoli, il tamburo con le Storie della vergine e i pennacchi con gli Evangelisti.
All’interno opere anche di Galeazzo, Giulio e Bernardino Campi, Camillo Procaccini, Guercino, Malosso, De Longe, F. Bibiena, Stern, Avanzini.
Santa Maria di Campagna fu chiesa ducale, qui i Farnese celebrarono battesimi, vittorie e pregarono nei momenti difficili. Una scultura di Mochi che raffigura Ranuccio Farnese guarda l’altare dall’alto, mentre dietro allo stesso altare una lapide ricorda la sepoltura di Isabella e Francesco Farnese.
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