La Chiesa di San Lazzaro venne riedificata nel 1720 per l’Ospedale dei lebbrosi, allora amministrato dal Cardinale Gozzadini, su disegno dell’architetto Trifogli.
Il Cardinale Alberoni decise poi di ampliarla aggiungendo il coro, le cappelle laterali e la grande sagrestia. Venne da lui stesso solennemente consacrata il 13 settembre del 1744.
Sull’altare maggiore si trova la pala che il cardinale Alberoni commissionò al pittore parmigiano Giuseppe Peroni (1710-1756), allora residente a Roma, raffigurante Una predica di S. Vincenzo de’ Paoli.
La prima cappella a sinistra ospita il mausoleo del Cardinale Alberoni, realizzato nel 1754. Si tratta di un elegante lavoro di gusto rococò, eseguito dagli scalpellini Dionisio Antonio Rossi e Angelo Dorini. Nell’opera si può ammirare il contrasto tra i marmi colorati (il marmo nero di Valencia, il giallo antico e il “verde Parodovera”) delle parti architettoniche e il bianco del marmo di Carrara delle sculture. Queste ultime si devono al lavoro dello scultore carrarese don Giovanni Cybei, che in quegli anni operava anche per la corte borbonica di Parma. Tra le sue realizzazioni nel mausoleo c’erano le figure allegoriche della Fortezza, Prudenza, Fede e Carità, due putti, lo stemma e il ritratto del Cardinale.
Purtroppo nel 1996 avvenne il furto delle quattro allegorie e dei due putti, privando così il monumento di una parte fondamentale.
I dipinti murali della volta e del presbiterio risalgono al 1932 e sono opera del piacentino Luciano Ricchetti (1897-1977).
I sobri ed eleganti armadi della grande Sagrestia risalgono alla committenza del Cardinale Alberoni e vennero realizzati nel 1745 dai maestri di legname Francesco Begni, Carlo Galli e Giovanni Bianchi.