La Chiesa parrocchiale di Sant’Anna a Piacenza è un esempio caratteristico di architettura gotica padana ad aula.
Nel XII secolo fungeva da monastero affidato agli Umiliati. Secondo la tradizione, il complesso monastico avrebbe ospitato nel Trecento San Rocco di Montpellier (al suo interno si trovano un dipinto e una statua dedicati al santo).
L’esterno della chiesa di Sant’Anna presenta una facciata rifatta nel 1957 su disegno dell’architetto Camillo Guidotti.
L’abside, nella parte posteriore della chiesa, venne ampliato nel 1500 per ospitare i religiosi durante le ufficiature; i sei altari laterali risalgono al Seicento, quando chiusero totalmente o parzialmente le lunghe finestre ogivali.
Il campanile subì un innalzamento nel 1957 su disegno dell’architetto Pietro Berzolla.
Le vetrate istoriate della parete di fondo risalgono al 1925, mentre quelle della parete nord, a rulli antichi di vetro soffiato, sono opera del laboratorio artistico Peresson di Milano che le ha realizzate nel 1980. Le quattro vetrate istoriate dell’area absidale sono sempre della ditta Peresson su disegno dell’artista Trento Longaretti di Bergamo e rappresentano la Natività e la Crocefissione, il Battesimo di Gesù e l’Addolorata.
All’interno la chiesa di Sant’Anna presenta tre navate e conserva opere importanti quali: la tela L’Angelo Custode di V. M. Solenghi (1790), la tavola S. Anna con Maria e il Bambino fra le sante Agata e Lucia di un pittore locale della prima metà del Cinquecento, la statua di S. Rocco scolpito da Angelo del Maino nel 1524 donata alla chiesa dal Comune di Piacenza nel 1534, la tela con l’Apparizione di S. Giuseppe a S. Teresa di Gesù di Bartolomeo Rusca (1722), gli affreschi con La Natività e S. Rocco di inizio Quattrocento, la tela Via Crucis di Paolo Bozzini (1892) il quale si è ispirato all’opera realizzata da Carlo Maria Viganoni in S.M. in Torricelle; l’affresco La Resurrezione di Bernardino Gatti detto il Sojaro (1540), l’affresco La Resurrezione di un anonimo quattrocentesco, riportato al colore originale e datato dalla restauratrice nel 1994.
Il santuario ospita anche la tela L’Incredulità di S. Tommaso di un pittore di scuola veneta del Settecento e la tela Cristo Porta Croce appare a S. Giovanni della Croce attribuito a Giovanni Venanzio (1705).
L’altare antico in marmi pregiati policromi di manifattura settecentesca e l’altare nuovo in marmo realizzato da Paolo Perotti nel 1971 completano la ricca decorazione della chiesa.
Nelle cappelle sono presenti: un affresco con decorazione scenografica, opera di un quadraturista locale dei primi del Settecento, una statua dell’Addolorata attribuita a Giovanni Seti e una statua del cristo Morto attribuita a J. H. Geernaert entrambe degli inizi del Settecento; bassorilievi del battistero di Paolo Perotti del 1959 che raffigurano il Peccato Originale, l’Annunciazione, Crocefissione, e Resurrezione.
Infine, in sacrestia troviamo una tela della “Madonna del Carmine” del 1800 e armadi in noce del 1800.