La città di Piacenza conserva ancora un tratto delle mura farnesiane, che nel Rinascimento circondavano l’antico abitato.
Le mura rinascimentali risalgono al 1525, quando Papa Clemente VII de’ Medici era entrato in possesso della città e aveva ritenuto opportuno potenziarne il sistema difensivo.
L’evoluzione della capacità di fuoco delle artiglierie richiedeva, infatti, il superamento delle fortificazioni medievali, prive di contrafforti, non in grado di assorbire l’urto di proiettili sparati con forte intensità.
Il risultato è una struttura difensiva con fronte bastionato all’italiana. Elemento caratteristico erano proprio i bastioni, strutture architettoniche sporgenti che avevano lo scopo di proteggere le mura dal tiro delle artiglierie avversarie. Le fortificazioni cittadine presentavano un muro a scarpata alto circa 15 metri per un perimetro di circa 6.500 metri.
Successivamente, nel 1545, Pierluigi Farnese fece realizzare la “tagliata”. Si trattava di uno spazio privo di alberi e costruzioni profondo un miglio, che correva lungo tutta la cinta muraria. Lo scopo di questo intervento era riuscire a colpire più facilmente le artiglierie nemiche, obbligandole a uscire allo scoperto se volevano attaccare la città con la loro gittata di circa 2000 metri.
Le mura farnesiane erano protette da nove bastioni e da quattro piattaforme. Oggi è ben visibile il bastione di Porta Borghetto, a nord della città, punto di comunicazione fra la cinta esterna e quella interna del nucleo urbano.