La Piana di San Martino è un sito archeologico nel comune di Pianello Val Tidone, sul crinale che divide le due valli formate dai torrenti Chiarone e Rio Tinello.
E’ un insediamento complesso, posizionato su un pianoro difeso da ripidi pendii a circa 512 metri di altitudine sul livello del mare. Il naturale sistema di difesa che sfrutta la posizione rialzata è stato potenziato dall’uomo con strutture lignee, come documentano le numerose buche di palo scavate nella roccia presenti lungo tutto il perimetro dell’insediamento.
Gli scavi archeologici
Tra il 1991 e il 1998 i primi scavi archeologici hanno portato alla luce materiali protostorici, i resti di un edificio tardo-antico in pietra e malta e un edificio di culto con sepolture databili a partire dall’età tardo-antica.
Dal 2000 indagini sistematiche hanno consentito di stabilire una precisa cronologia di occupazione del sito. Sono stati individuati due periodi distinti.
I manufatti ceramici trovati testimoniano la presenza di un insediamento umano dall’età del Bronzo fino alla seconda età del Ferro. L’altra fase insediativa ebbe inizio in età tardo-antica e si protrasse per tutto il Medioevo. Le indagini condotte finora non hanno evidenziato tracce di frequentazione dell’area tra la prima fase protostorica e l’età tardo-antica.
Gli scavi sono stati condotti dall’Associazione Archeologica Pandora sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna.
Gli archeologi hanno portato alla luce un settore abitativo, con la presenza di un forno e una grande cisterna.
Inoltre, c’è un’area religiosa con una necropoli e una chiesa utilizzata fino all’epoca rinascimentale, originariamente intitolata a San Giorgio.
Nel 2011 è emersa una parete absidata della chiesa, con alcune tombe prive di corredo. Le sepolture dovrebbero appartenere alla fase più antica della chiesa, di epoca longobarda, quando l’edificio aveva un orientamento diverso.
Allo stesso periodo appartiene una capanna rinvenuta nel sito, sorta su un edificio del periodo tardo-antico. Probabilmente la capanna era il laboratorio di un fabbro, come testimoniano diversi resti, molti di età longobarda: un crogiolo, oggetti frammentari, diversi attrezzi ed armi (tra cui un’ascia barbuta).
Le campagne di scavo del 2013-2015 hanno portato alla luce altri strumenti da lavoro in ferro e un calice in vetro, simili a quelli delle tombe longobarde di fine VI – inizio VII secolo.
La situazione attuale
I materiali scavato nella Piana di San Martino si trovano oggi presso il Museo Archeologico della Val Tidone a Pianello V.T.
Per la particolare collocazione del sito, nel 2018 la Soprintendenza Archeologica dell’Emilia Romagna ha ritenuto indispensabile rinterrare le strutture al fine di conservarle per il futuro. Non c’erano, infatti, le condizioni di sostenibilità ambientale necessarie per trasformare il sito in un’area archeologica strutturata open air.