Pietro Giordani nacque a Piacenza, il 1º gennaio 1774 e morì a Parma, il 2 settembre 1848.
La fama
Considerato fra i grandi scrittori italiani, fu amico e sottolineò il talento di Giacomo Leopardi, che lo definì “cara e buona immagine paterna”, in ambito politico sostenne Carlo Cattaneo.
Iniziò gli studi in legge e li portò a termine per il solo desiderio dei genitori, i suoi interessi erano più rivolti alla storia e alle lingue classiche.
Cercò di affrancarsi dalla famiglia entrando nel clero, ma il percorso clericale non si rivelò affine alla sua personalità. Durante l’occupazione napoleonica svolse diversi incarichi che lo portarono in differenti aree della penisola e proprio nel primo decennio dell’Ottocento iniziò a cimentarsi nella scrittura. Un momento di elevato impegno letterario a fianco di Vincenzo Monti è la partecipazione alla redazione de La Biblioteca Italiana a partire dal 1815,dove Giordani pubblica saggi e cura traduzioni.
Esperienza vivace e momento felice della vita di Giordani si collocano nel periodo fiorentino, dove può partecipare alle esperienze delle istituzioni culturali locali. Per vicende mai chiarite dovette rientrare nel ducato e trascorse gli ultimi anni nella città di Parma.
Pietro Giordani e la Politica
All’impegno come intellettuale, unì la partecipazione alla scena politica del paese, in particolare relativa alla ferma intenzione di liberare l’Italia dal dominio austriaco. Celebrò Pio Ix come Papa liberatore, ma giunto agli ultimi anni della propria vita calò l’entusiasmo anche nei confronti di questo pontefice e della Savoia.
Contro la sua volontà ricevette un funerale pubblico e fu sepolto nell’area dedicata ai personaggi illustri del cimitero di Parma.
Nella città di Piacenza gli sono state intitolate una scuola e una strada.