Piacenza custodisce una superba opera d’arte del Rinascimento: il cosiddetto “Tondo”del Botticelli, nome d’arte del celebre autore fiorentino Alessandro Filipepi.
Quest’opera raffigura la Madonna che, inginocchiata, adora il Bambino adagiato su un lembo del suo mantello e su un cuscino di rose recise; alla sinistra del Bambino è rappresentato San Giovannino. Due cespugli di rose fungono da quinte e si aprono verso un paesaggio alla maniera leonardesca.
Il soggetto deriva dal testo apocrifo trecentesco di Giovanni De Cauli da San Gimignano, in cui si narra di San Giovannino in atteggiamento adorante verso Gesù Bambino. Questo tema iconografico trovò fortuna dalla metà del Quattrocento, grazie al maestro di Botticelli, Filippo Lippi.
Il gesto del Bambino rimanda all’episodio della Circoncisione.
La splendida cornice intagliata e dorata è originale; reca tracce di policromia che fanno supporre che le foglie della parte centrale fossero originariamente colorate con lacca verde. Le foglie, le spighe di grano, i fiori e i nastri alludono allegoricamente alla fecondità, vitalità e salvezza, in linea con il messaggio del dipinto.
Misteriose rimangono la datazione, la committenza e la destinazione originaria dell’opera. Numerose sono state le ipotesi circa la cronologia del dipinto avanzate dagli studiosi.
La prima notizia certa sull’opera si trova in un inventario del 1642 del castello Landi di Bardi, da cui l’opera proviene. Nel 1860 il castello cambiò proprietà diventando demanio del Regno d’Italia; in quell’occasione il dipinto venne donato al Comune di Piacenza.
Restaurata nel 2004 e restituita al suo originario splendore, oggi il Tondo è conservato nella Pinacoteca del Museo Civico di Palazzo Farnese.