Cosa ci fa un elefante a Gossolengo?
Secondo un’antica leggenda Annibale, che ai tempi della seconda guerra punica sostò a lungo nelle campagne intorno a Piacenza, lasciò in custodia ai contadini che abitavano la zona di Gossolengo un grosso elefante ferito in battaglia. Una volta superato il timore iniziale, la popolazione si abituò alla presenza di quello strano animale e, siccome nessun cartaginese tornò a reclamarlo, decise di tenerlo con sé, utilizzandolo per il lavoro nei campi o come mezzo di trasporto.
Alla sua morte i contadini, che ormai si erano affezionati, scavarono una buca e gli diedero un’onorata sepoltura.
Ancora oggi lo stemma comunale riporta disegnato un elefante, in ricordo di questa leggenda.
Da Gossolengo a Piacenza
Il centro abitato si trova a pochi chilometri dalla città di Piacenza, fondata nello stesso anno durante il quale il condottiero cartaginese sconfisse l’esercito romano. Era il 218 a.C.
Proprio durante la “Battaglia della Trebbia” Annibale Barca creò un effetto a sorpresa utilizzando gli elefanti che erano sopravvissuti all’attraversamento delle Alpi. L’esercito romano era di stanza dove oggi sorge Ancarano. I nemici, coperti di grasso per proteggersi da acqua e freddo li avevano attirati verso le gelide acque del fiume, il 18 dicembre. I soldati romani avevano reagito seguendoli e si erano trovati di fronte ad un elemento estraneo e sconosciuto: gli elefanti. In questa situazione di svantaggio avevano ripiegato verso Piacenza.