La diffusione del revival neogotico
Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 si diffusero il neomedievalismo: molti architetti si dedicarono al recupero in stile medievale di antiche costruzioni, come ad esempio il restauro a Milano del Castello Sforzesco.
L’architetto Camillo Boito, uno dei principali teorici del rinnovamento del linguaggio architettonico, fu molto legato ai Visconti; in quest’atmosfera particolare Giuseppe Visconti, uomo fuori dal comune per capacità, energia, creatività e intelligenza fece restaurare il castello di Grazzano e creò intorno ad esso un borgo in stila a cavallo fra ‘800 e ‘900.
Il Borgo di Grazzano Visconti
Il borgo di Grazzano non fu frutto della cultura locale, emiliana, bensì milanese.
Nel 1905 prese l’avvio la costruzione del paese, che fu compiuta nel giro di pochi anni, anche se ulteriori costruzioni periferiche si sono protratte ancora dopo qualche decennio.
Il Palazzo dell’Istituzione può considerarsi cuore dell’intero Grazzano; sorto nel 1908 e ampliato nel 1930 fu la sede della Fondazione Visconti, il cui scopo era l’alfabetizzazione e l’insegnamento delle attività artigianali. Si trattò di una vera iniziativa filantropica per Giuseppe Visconti che, cosciente dell’imminente sviluppo industriale temeva la scomparsa di certe attività artigianali.
Grazzano Visconti rappresenta dunque l’attuazione più significativa del neomedievalismo europeo in Italia. Infatti non esiste nessuna simile ideazione per organicità di programma in tutta Italia.
Al suo interno si trovano ancora oggi alcune botteghe che producono e vendono oggetti in ferro battuto e in legno intagliato. Diversi affreschi decorano le facciate degli edifici in stile neomedievale. Spiccano dai tetti, merlature ghibelline, camini a foggia di antiche torri; le finestre recano la decorazione in terracotta a stampo a imitazione dei fregi tardogotici o rinascimentali.
Fra gli edifici di maggior prestigio: il teatro, la chiesetta neogotica, l’ex asilo, l’antico albergo del Biscione e la Corte Vecchia.