La battaglia più antica sul fiume Trebbia
Nel 218 a. C., anno di fondazione della città di Piacenza, venne combattuta sul fiume Trebbia una delle battaglie decisive della Seconda Guerra Punica. Si affrontarono le armate cartaginesi guidate da Annibale, insediate sulla riva sinistra del fiume nei pressi di Tavernago di Agazzano, e l’esercito romano, che si era invece stabilito sulla sponda destra, probabilmente nella zona di Niviano e di Ancarano, vicino a Rivergaro.
Lo scontro fu durissimo e i Romani, guidati dai consoli P. Cornelio Scipione e Sempronio Longo, furono clamorosamente sconfitti e costretti a ripiegare su Piacenza. Le acque del fiume, ingrossate dalla pioggia, resero però difficile la ritirata e soltanto 12.000 uomini riuscirono a raggiungere la vicina città.
Questa non fu l’unica grande battaglia combattuta sulle sponde dell’affluente del Po.
Nel 1746 le truppe franco-spagnole si scontrarono con l’esercito austriaco, alleato del re di Sardegna. Vinsero gli austriaci, che riuscirono ad occupare il campo avversario, mentre i francesi batterono in ritirata. Il 18 giugno del 1799, invece, si affrontarono l’esercito francese e un’alleanza austro-russa scesa in Italia per riprendersi le terre conquistate da Napoleone. Anche stavolta vinsero gli austriaci, soprattutto grazie all’intervento delle truppe del generale russo Souwaroff, ma la battaglia fu una carneficina: morirono in 16.000, divisi equamente tra i due avversari, mentre da parte francese vi furono 7.000 feriti e 5.000 prigionieri. Le chiese di San Sisto, San Bartolomeo, San Francesco e San Giovanni divennero ospedali militari per i feriti austriaci e russi, mentre Sant’Agostino, oggi sconsacrata, ospitava quelli francesi.
All’imbocco del ponte sul Trebbia, lungo la Via Emilia Pavese, una colonna di pietra ricorda questi tre fondamentali momenti della storia dell’umanità.