I “pissarei e faso”, piatto povero per eccellenza, è tipicamente piacentino.
La sua origine è incerta, ma molto antica: pare risalga addirittura al medioevo, quando i pellegrini, che percorrevano la via Francigena per recarsi a Roma, trovavano nelle locande e nei conventi del nostro territorio una zuppa di fagioli, fatta di gnocchetti di pane e farina in un sugo di fagioli, lardo e cotiche, forse scarti della cucina dei ricchi. Ai tempi i fagioli usati non erano i borlotti, giunti in Europa solo dopo la scoperta dell’ America, ma i cosiddetti “fagioli dell’occhio”, i soli allora conosciuti.
Nel tempo la ricetta subisce qualche variante; soprattutto viene aggiunto agli altri ingredienti il “cacio piacentino”.
Relativo ai “pissarei e faso” è senza dubbio curioso l’aneddoto raccontato da Anna Gosetti in “le ricette regionali italiane”. L’ autrice riferisce che un tempo, quando veniva presentata in famiglia la futura nuora, la suocera controllava il pollice destro della ragazza per accertarsi che ci fossero i calli, segni inequivocabili della sua capacità di cucinare i “pissarei”.
Nel giugno del 2010 agli “anvein” è stata riconosciuta la Denominazione Comunale d’Origine; la ricetta che è stata depositata è di Carmen Artocchini.