Dove si trova
Vera e propria porta per gli Appennini, la località, ricca di storia, è di notevole interesse sia paesaggistico sia geologico.
Perché visitarla
In alto, chiudono le valli montagne che si alzano a più di 1300 metri: da est a ovest il Carameto, il Lama (alla sommità del quale si estendono ampie praterie), il Menegosa (massiccio blocco roccioso), il Santa Franca. Proteso invece verso la pianura, a separare le due valli, si trova il Parco Provinciale del monte Morìa, altopiano che a circa 1000 metri offre grandi distese prative e boschive.
Quando andarci e cosa vedere
I mesi estivi sono da preferire per la possibilità di fare passeggiate all’aria aperta.
Da non perdere
In paese merita una visita la Chiesa di S. Maria Assunta costruita nel XVII secolo.
A Sperongia da vedere il Museo della Resistenza piacentina .
Sulla tavola
I pochi caseifici rimasti nelle zone appenniniche si dedicano alla produzione del Grana Padano, della ricotta, di vari tipi di caciotte spesso vendute direttamente nei mercati settimanali di questi paesi.
I salumi rappresentano il giusto complemento di ogni pasto che voglia rispettare le tradizioni locali. Il salame a grana grossa, la coppa e la pancetta trovano in questi posti il loro ambiente ideale per una corretta stagionatura. La qualità eccelsa delle carni e l’abilità dei maestri norcini si sposano con un clima mite, che vanta un giusto tasso d’umidità e l’influenza della brezza marina proveniente dalla Liguria.
Per tenersi in forma
A Morfasso si possono praticare l’equitazione, l’orienteering, MTB e l’arrampicata.
Appuntamenti di rilievo
Una grande Fiera Nazionale dedicata alla Razza del Cavallo Bardigiano arricchita dall’esposizione di mezzi agricoli e dalla premiazioni degli esemplari migliori della razza. Stand gastronomici ed intrattenimenti vari.
Nei dintorni
Nei dintorni, il Parco Provinciale di Monte Moria, Sperongia e Monastero, nome collettivo che indica un insieme di diversi agglomerati rurali, all’interno dei quali si possono ancora trovare numerose ed interessanti testimonianze dell’architettura spontanea in sasso tipica dell’Appennino. Da citare la leggenda della scomparsa Val di Tolla il cui toponimo sopravvive in questi luoghi.